(Autoproduzione) La band berlinese Declamatory è autrice di un melodic thrash metal, ovviamente di taglio moderno, con innesti di death metal, di fattura scandinava, e improvvisi ritornelli che danno sul metalcore. Il risultato è un sound attuale e che credo possa essere incline esclusivamente alle preferenze delle giovani leve del metal. La band tedesca si aggrappa decisamente al thrash per creare le canzoni, ma le idee melodic scandinave incombono spesso, come in “Night Club Booze Tale”, “A Perfect Drug” e altrove. La matrice thrash si rivela al meglio in “Rider Messiah”, “It’s All Over” e ”Law of the Gun”. La netta sensazione che si percepisce (almeno vale per il sottoscritto) è una continua ricerca della melodia, e la cosa va anche bene, ma questo atteggiamento si riversa anche nel riffing e alla fine i Declamatory sembrano rincorrere il largo consumo. Un metal per il mercato. “Nomad”, brano dalle “luci basse” e dai toni alternative metal decisamente stona con pezzi d’impatto come “The Die Off”, opener dal carattere speed-thrash metal. Da citare anche la title track come brano psudo-ballad. Pur trovando dei pezzi di un certo interesse, soprattutto per la consistenza, a corrente alternata, del thrash metal, non mi ha del tutto convinto l’intera scaletta. Alcuni spunti solisti, polifonie e armonizzazioni delle due chitarre concedono dei momenti importanti, ma non è tutto un brillare in questo lavoro. Un terzo dell’album ha un suo buon impatto, il resto convince a metà.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10