(Reigning Phoenix Music) Tredicesimo capitolo discografico per le leggende del death metal Deicide, a sei anni di distanza dall’ottimo “Overtures Of Blasphemy” (recensione QUI), lavoro che confermava lo stato di grazia messo in mostra con il precedente “In The Minds Of Evil”, primo album con Kevin Quirion alla chitarra, rivelatosi un membro fondamentale per la rinascita della band. Personalmente non ho mai amato gli album con Ralph Santolla, ottimo chitarrista ma con uno stile fin troppo melodico che spesso faceva perdere incisività ai brani. Ho quindi apprezzato l’arrivo di Quirion, in grado di restituire quell’approccio thrash/death che da qualche anno mancava e che ben si integra con lo stile del nuovo axe man, il giovane Taylor Nordberg, entrato nella line up nel 2022. Possiamo definire “Banished By Sin” come il riassunto ideale della carriera dei Deicide, tra mid tempo avvincenti come la title track o “Doomed To Die” dall’incedere che ricorda molto “Sacrifical Suicide”, episodi più veloci come “Faithless”, ricca di dissonanze ed accelerazioni che virano verso il black metal, oppure “Woke From God”, incredibilmente diretta e dal riff che si stampa facilmente in testa nonostante la velocità esasperata. “A Trinity Of None” è complessa ed articolata, con il basso di Glen Benton in rilievo come non mai, “Ritual Defiled” vale da sola il prezzo del disco, con quelle parti di chitarra prese di peso dal capolavoro “They Are The Children Of The Underworld”. Per non parlare dell’opener “From Unknown Heights You Shall Fall”, dalla terremotante ritmica thrash ideale per scatenare il massacro sotto il palco, mentre la conclusiva “The Light Defeated” è rocciosa, ideale per un furioso headbanging. Un album molto vario e godibile, capace di coinvolgere anche dopo svariati ascolti.
(Matteo Piotto) Voto: 10/10
(Reigning Phoenix Music) Apre “From Unknown Heights You Shall Fall ” il tredicesimo album dei Deicide intitolato “Banished By Sin” e nei suoi esatti primi 30’’ l’assonanza con gli Slayer è totale. Insomma, “Deicide”, “Legion” e “Once Upon The Cross” restano per sempre tre chiodi conficcati in quella croce da sempre vituperata dal buon Glen Benton. Dopo di essi il thrash metal che si è insinuato tra le pieghe del death metal dei Deicide ha reso la band qualcos’altro. Da un riferimento per altri su come osare, i Deicide diventano poi tra quelli i tanti! Attenzione, si scrive questo non senza negare ai Deicide che anche dopo quel trittico blasfemo, siano stati capaci di pubblicare materiale comunque importante. Alla resa dei conti anche “Banished By Sin” è un lavoro che si consuma con ardore, voracità, ma il sapore che lascia nei sensi è quello degli Slayer o e di una fiamma che oggi è fioca. I Deicide sono diventati un’altra cosa: hanno altri riferimenti di stile e probabilmente questa loro identità è il frutto di uno smarrimento dei loro canoni compositivi. La band di Glen Benton e Steve Asheim si è consegnata a un estremismo si pulito, possente, lasciando poco spazio al suo marchio di fabbrica, cioè a quell’essere posseduti e invasati, avvicinandosi infine a un qualcosa che ormai è rintracciabile ovunque.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10