(autoproduzione) Nove anni di esistenza nel sottobosco del metal estremo di Francia, vissuti con un’attitudine death metal ma dal carattere mutevole. Se i primi secondi di “Putrefaction Cloud” lasciano respirare un’aria mefitica che intorbidiscono l’umore dell’ascoltatore, nella seconda parte del brano fuoriesce un songwriting che spazia dal thrash alla psichedelia, pur senza abbandonare quel clima di putrefazione e orrori. “Eternal Flesh” ha un riff corrosivo, pesante, rotto da fratture improvvise e cambi ritmici, dove il growl profondo e orrido di Didier Pons tinge di dannazione ogni cosa. Anche in questa canzone la band si concede a qualche variazione strutturale e di stile, attraverso delle ottime armonizzazioni. “Growing Darkness” ha un incipit in stile Bolt Thrower, ma con la differenza che i francesi risultano si meno robusti ma molto più oscuri. La densità tenebrosa di questo sound è enorme, si stempera solo nelle variazioni quasi prog come nel caso di questo ultimo brano e thrash, oppure in quelle già descritte. Solo tre pezzi per questo EP curato in fase di produzione da Luc Messina, una delle due chitarre della band.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10