(Metal Blade Records / Blacklight Media Records) Una scarica di black-thrash-speed metal “Slave to the Scythe”, secondo full length in studio dei Demiser, i quali sembra abbiano profuso tutto il loro impegno per questo lavoro. Buona la produzione, stilisticamente bilanciato questo black metal per niente raw e ampiamente manipolato con heavy e speed metal oltre a qualche buona legnata di sano thrash metal dei primordi. “In Nomine Baphomet”, canzone che chiude l’album con oltre otto minuti di durata e dunque l’episodio più impegnativo dal punto di vista della durata, si avverte una maggiore personalità del lato black metal insito in questa band statunitense rispetto che a molte sezioni dell’album. Il resto di “Slave to the Scythe” è infatti un bilanciarsi tra gli stili musicali succitati e soprattutto quel riffing ringhiante, ritmi serrati che subiscono qualche scossa di blast beat che nella sostanza poi rientra tutto in andature spartane, magari un po’ rigide ma saettanti. I brani vanno dai poco oltre i tre minuti e mezzo a oltre quel minuto in più e si rendono arcigni e da headbanging sincero, come si farebbe su un pezzo dei Motörhead, implicitamente riproposti in “Carburated Speed”. I Demiser sono adrenalinici e seppure stilisticamente semplici ma con brani articolati, il vero limite e qualche passo dispersivo a causa di un eccesso di crossover.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10