(Candlelight) Meno di un mese fa ho ripreso tra le mani e per puro caso “Pareidolia” dei Demon Lung. L’EP non mi convinse del tutto (QUI), nonostante i presupposti per una band interessante vi fossero. Shanda Fredrick con la sua voce questa volta, rispetto a “Pareidolia”, non è coperta dagli strumenti, avendo così un’evidenza maggiore. Continua la politica di suoni nitidi ma non laccati i quali definiscono melodie imponenti ed oscure, per un doom dinamico e con qualche vaga influenza occult rock, per questo giro. Si gioca su soluzioni lente, maestose in alcuni casi, celebrative di cerimoniali decadenti e ovviamente sabbathiani e nuovamente alla Candlemass. Un songwriting che ha acquisito anche un tantino di scorrevolezza e momenti di vivacità, pur non rinunciando all’appartenere ad una filosofia underground ed espressiva educata in pochi anni ed elaborata attraverso canzoni che stavano aspettando di essere completate, la band attendeva solamente l’arrivo di un’etichetta, come la stessa Fredrick ha dichiarato. La lavorazione dell’album è avvenuta con Adam Myatt e Billy Anderson (Neurosis, The Melvins, Sleep) l’artwork è dell’inglese Tom Bates (Vision of Disorder, Amorphis), la musica è dunque quella dei Demon Lung e si presenta tra altalene melodiche misteriose e magiche, per un un viaggio sonoro affascinante.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10