(Autoproduzione) Uno iato incredibilmente lungo, circa tredici anni, divide il primo disco dei Denigrate dal secondo: i finlandesi, come dice la mia nota stampa, hanno preferito dedicarsi ad altro lungo tutti i 2000, ma hanno poi deciso di rimettere in piedi il vecchio progetto. L’album è il risultato di registrazioni episodiche distribuite su cinque anni: e devo dire che la cosa si sente, perché “Hollowpoint” manca nettamente di omogeneità. Approccio modern prog, chitarre indiavolate e cantato graffiante per “Engraved and Hellbound”; completamente diversa “Erased Pages”, che inclina verso un dark gothic comunque veloce e oserei dire tecnico, quasi vicino a quello che propongono gli Evergrey. Da qui in poi, il disco prende chiarissimi caratteri gotici: prima con la radiofonica “Death Reflection”, poi con la power ballad laccata “Liar”, anche se “Into Demise” presenta nuovamente interessanti ibridazioni con l’extreme prog. Si chiude con “Meita ei Enaa Ole”, con sprazzi di parlato in finlandese, che arriva fino alle latitudini dei Paradise Lost più ammiccanti. Le buone intenzioni ci sono, ma se i nostri vogliono continuare occorrerà più focalizzazione.
(René Urkus) Voto: 7/10