(Autoproduzione) Dopo “Human Reset” e la raccolta di classici risuonati “Revolution Era” non erano più giunte notizie dei Derdian; i nostri si sono rimboccati ancora una volta le maniche e ora, con il ritorno di Ivan Giannini dietro al microfono, pubblicano quello che è il loro sesto album di inediti in studio. A seguito della intro, la titletrack unisce suoni squillanti a un refrain che sa di epico: anche se i tempi del fantasy sono finiti, sembra che i Derdian recuperino ancora qualche volta (e felicemente) quell’approccio… belle le melodie vocali della spedita “Never born”, ritmata e dotata di un vago tocco folk l’ottima “Hail to the Masters”. Per chi ama le sorprese consiglio “Elohim”, dotata di un break quasi swing; è apprezzabile anche l’andamento ‘a marcetta’ che assume a tratti “Nothing will remain”. Convincenti anche i toni accorati di “Destiniy never awaits”, appena al di là della definizione di ‘power ballad’ (a fine scaletta ce ne è anche una versione spagnola); interessante anche “Fire from the Dust”, che si lancia ora in partiture progressive, ora in scorribande di hammond. Si chiude con il pathos dell’intensa “Part of this World”. Nell’ambito del power italiano, una delle ultimissime certezze che ci restano!
(René Urkus) Voto: 7,5/10