(Autoproduzione) Se, come me, amate il symphonic power, non potete prescindere dai Derdian, una delle ultimissime band ancora in pista a suonare come nel 1997. E questo, per quel che mi riguarda, rappresenta il massimo titolo di merito che possa attribuire a un gruppo metal: “Legendary Tales”, “Visions”, “Somewhere out in Space”, “Glory to the Brave”, “Angels fall first”, ma anche “Champion Eternal” dei Domine e “Kingdom of Madness” degli Edguy sono tutti di quell’anno… e scusate se è poco! Il quarto disco della formazione milanese non si distanzia musicalmente dai tre precedenti, quindi chi ha apprezzato la trilogia di “New Era” gradirà sicuramente questo “Limbo”. L’intro “Carpe Diem” presenta gli stop and go epicheggianti tipici della band: i toni del nuovo cantante Ivan Giannini sono molto puliti e carichi di espressione. “Dragon Life” è un classico brano alla Rhapsody con qualche frase in italiano e un ritornello potente, mentre “Forever in the Dark” è un potenziale hit, molto orientato verso i toni dell’ultimo Turilli. “Light of Hate” è una classicissima di power melodico, mentre la lunga titletrack si concede addirittura qualche piccolo sconfinamento nell’estremo e nel tribale. Un riff più solare per la bella “Strange Journey”, mentre “Kingdom of your Heart” contiene probabilmente l’assolo più intrigante di tutto il disco. Giungiamo così alla conclusione: “Hymn to Liberty” ha una intro epica di due minuti e poi si sviluppa su una melodia memorabile e diverse variazioni (una quasi funky); mentre “Silent Hope” è pura epica sinfonica, ancora una volta con un occhio ai Rhapsody e un altro agli Stratovarius (troppo lunga soltanto la chiusa). Un disco piacevole che la band ha voluto (o dovuto?) produrre in autonomia.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10