(High Roller Records) Intro di una battaglia di tempi andati, poi le ostilità si interrompono e le chitarre diluviano assassine, con un drumming doppiato dal basso che tiranneggiano il campo di morte con tuoni infernali. Su tutto si erge la risata malsana di Sataniac. I Desaster aprono in questo modo “The Arts of Destruction”. I tedeschi erano cinque anni che non ne pubblicavano un album. Questo nuovo album sprigiona un black metal virulento con continui inserti death e, soprattutto, thrash metal. Attingono dalla loro stessa tradizione e da quella della terra da dove provengono. In 47′ non si fermano un istante con le chitarre che fanno un super lavoro, ma Sataniac non è da meno, con il suo destreggiarsi tra growling e screaming. “Lacerate with Hands of Doom” è il primo esempio di come i Desaster cavalchino tra i tre generi estremi già citati e non limitarsi alle ottuse cavalcate spietate, le quali sono anch’esse presenti, come la title track e “Queens of Sodomy”. “Phantom Funeral” ha un debito con la NWOBHM, mentre “At Hell’s Horizon” sono gli Exodus che si vestono con borchie, croci rovesciate e si tingono il viso! “Possessed and Defiled” è tra i brani migliori e precede l’outro strumentale, epica considerazione finale che porta fuori da questa magnifica release.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10