(Nuclear Blast Records) Che siano citati come band hardcore (ma come si fa a farlo?) come deathcore band o death-brutal band, i Despised Icon riescono comunque e da sempre nell’intento di incidere album che spazzino via tutto. Un carro amato la formazione canadese nata a Montréal verso inizio millennio. Alex Erian e Steve Marois si sintonizzano su un espressione vocale di stampo hardcore l’uno e di natura brutal l’altro e i due restano un caposaldo dell’arte spinta e devastante dei Despised Icon. La musica è un brutal che sconfina si nel deathcore, grazie a qualche breakdown, ma sostanzialmente i canadesi sono un punto di incontro tra death e brutal con concessioni all’hardcore. Concessioni esigue, perché la massa critica di questo sound è immensa. Pesanti, annichiliscono, spaccano tutto e tutti, i Despised Icon sono una vera furia e in questo ha contribuito addirittura il missaggio e masterizzazione del chitarrista dei Cryptopsy Christian Donaldson. Hanno pensato al Purgatorio, ma non al regno, bensì a quello stato di cose che ti intrappola e ti fa soffrire. A tutto quanto ti resta dentro e ti ferisce e non si riesce a scrollarselo di dosso, arrivando alla fine a saperci convivere e a superare crescendo e maturando. Uno stato mentale, una metafora di loro stessi e della nostra società. Il contenuto testuale di “Purgatory” è questo, mentre quello musicale è tritolo puro o qualcosa di estremamente brutale e furioso.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10