(Nuclear Blast) Il loro modo di suonare ringhiante e feroce è decisamente cambiato, ma da anni ormai. Dal 1982 a oggi i Destruction hanno segnato la storia del movimento metal, grazie a lavori che hanno fatto da pilastri al thrash metal prima e ad altri poi. Quattordicesimo album “Under Attack”, una pubblicazione che ha indotto qualche perplessità a chi scrive. Troppe andature uguali, sia nelle sequenze chitarre-ritmi che appunto nel semplice percuotere sulle pelli. Un qualcosa che francamente a volte rende il riffing stagnante, salvo per delle improvvise impennate, comunque ben diffuse nell’album e con il contraddistinguersi di assoli fulminanti e di grande fattura. Resta il fatto però che i Destruction, come molte band ormai attempate del thrash metal, riescono ancora a sfornare un album al di sopra della media. Un album che ha comunque del mordente, che risulta vivace e non meno che aggressivo. Forse c’è del mestiere in giro, eppure non può non essere evidente come una band attiva da trentaquattro anni, riesca ancora a registrare un lavoro che tutto sommato almeno non sfigura presso release contemporanee di musicisti magari più giovani, ma non più interessanti e ancor meno innovativi. Ovvio che i Destruction hanno già inciso quanto potessero ancora dire di meglio e di più degli altri, ma oggi almeno la differenza la fa se un tuo lavoro è oppure no qualcosa che sappia essere al di fuori della massa gorgogliante e affollata. Loro ne emergono, ancora una volta.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10