(Shadow Kingdom) Trovo ammirevole la coerenza dei Destructor, band nata a Cleverland, Ohio nel 1984. Non hanno mai raggiunto un successo planetario, eppure, insieme a tante altre formazioni che potremmo definire ‘gregarie’ hanno contribuito a tenere viva la passione per il metal più puro ed incontaminato. La band statunitense è passata negli anni attraverso vari cambi di formazione, lutti, scioglimenti e tutto ciò che potrebbe minare la stabilità di qualsiasi ensemble ma, nonostante tutto ciò i Destructor sono ancora qui, con lo stesso identico stile che caratterizzava il bellissimo debutto “Maximum Destruction”, uscito nel 1985. “Blood, Bone, and Fire” è un fiero concentrato di power americano, thrash e speed metal, diviso tra le feroci sfuriate della title track e l’epicità anthemica di “Heroic Age”. “Hammering the Steel” è devastante, il classico pezzo in grado di creare il putiferio sotto il palco in un pogo sfrenato. Notevole anche la breve strumentale “The Calling”, che si dipana tra accelerazioni e buone fasi soliste, un po’ nello stile dei Metal Church di “Merciless Onslaught”. Un ottimo ritorno per una band che, incurante delle mode e delle sventure, prosegue con caparbietà, coerenza ed uno stile che la contraddistingue da quasi quarant’anni.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10