(Hells Headbangers) Secondo album per gli Australiani Destruktor, band attiva dal 1997 che, pur avendo una discografia esigua (tre split, due EP e due full length in diciotto anni), ha sempre offerto al pubblico musica di elevata qualità. Il black/death metal proposto dai Destruktor infatti, pur non essendo particolarmente innovativo, è suonato con perizia, ed i brani sono coinvolgenti grazie a cambi di tempo azzeccati e stacchi thrash che spezzano la monotonia e la ripetitività che talvolta caratterizzano questo genere musicale. Le canzoni sono perfettamente in bilico tra accelerazioni furiose, dissonanze tipicamente Scandinave e rallentamenti di matrice death metal molto potenti, valorizzati da una produzione piuttosto pulita che permette ad ogni strumento di farsi sentire chiaramente, senza comunque svilire la carica aggressiva proposta dal gruppo. L’opener “Priestality” comincia con un riff di chitarra tetro, dissonante, dannatamente black metal che sfocia in un’accelerazione abbastanza canonica, ma sorprendente per ferocia. L’album intero segue queste coordinate stilistiche, con pezzi resi dinamici dai cambi di tempo di cui parlavo prima, dettati dal drumming tecnico e fantasioso di Jahred. La conclusiva “Forever The Blood Shall Flow” è la canzone più death oriented dell’album, caratterizzata da parti cadenzate, accelerazioni fulminee ed un riffing intricato nel finale, con chitarre acustiche che fanno capolino. L’album è brutale, grezzo al punto giusto dal punto di vista dell’aggressività, ma suonato con intelligenza e con una insospettabile perizia tecnica.
(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10