(Abyss Records) Sono svedesi e vengono pubblicati da un’etichetta americana. Sono svedesi e sono solamente in due, il chitarrista e cantante Markus Joha e il batterista Michael Ibrahim. Sono svedesi e fino ad ora avevano realizzato solo due demo. Sono svedesi e non sono soltanto questo. I Desultor hanno suonato un album di death metal progressive, in cui alla violenta brutalità c’è quella tipica tendenza svedese si saperci mettere le melodie, in quell’oceano di cattiveria. Oltretutto c’è anche una buona dose di pathos, soprattutto nella voce (e che voce pulita) di Joha che ricorda quella di Warrel Dane dei Nevermore. Le canzoni dei Desultor sono violenza, caos e melodie altisonanti che innalzano ogni pezzo a livelli incredibili e questo avviene per via delle voci, gli assoli di chitarra e i vari passaggi ed evoluzioni che ognuna porta dentro di se. Ogni singola canzone è uno scenario di inaudita potenza, oltre che di incredibile bellezza. Ogni canzone è una metamorfosi di passaggi stupefacenti e sapientemente gestiti da chitarre vorticose (il riffing spazia nel thrash, nel death metal, in soluzioni scandinave e americane) e un drumming perfetto (peccato per i suoni troppo compressi). Sono dannatamente bravi Joha e Ibrahim e “Master of Hate” è un compendio di death metal, di progressive e di un esercizio infinito di melodie e atmosfere che catturano dall’inizio alla fine. Inoltre i brani sopravvivono su un minutaggio medio di 3′ e mezzo, questo significa assimilare i pezzi con assoluta facilità, perché arrivano subito al dunque. Meravigliosi!
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10