(Deep Send Records) I deathers inglesi Detrimentum sono giunti al secondo album in studio dopo “Embracing This Deformity”, lavoro di tre anni fa. Il nuovo “Inhuman Disgrace” va ben oltre il sound manifestato dal suo brutale predecessore. Il clima del riffing, e del comparto ritmico, è più ragionato e di conseguenza le stesse canzoni saltano fuori da un songwriting più dinamico e realizzato con elementi di thrash metal ed estremizzazioni blackened. Essendo inglesi la matrice death metal del proprio paese è ben radicata, ma non si può non segnalare qualcosa dei Cryptopsy o dei Morbid Angel o comunque di una componente articolata la quale rende il sound estroso e non solo squadrato e statico. Un pizzico di tecnica e una gestione dei pezzi, tale da renderli autonomi e non ripetitivi tra di loro, sono gli aspetti principali per questo ritorno del trio death metal. Devo sottolineare che già alla terza traccia, cioè dopo 18’ dei 44’ totali, si avverte un senso di confusione, proprio a causa di queste continue variazioni, ma nella sostanza un ascolto in più permette poi di familiarizzare con le canzoni e rinvenire riff e colpi di batteria (manovrata da Steve Powell, batterista live per i Anaal Nathrakh) di pregevole fattura. I Detrimentum dunque suonano bene, questa è la loro qualità più grande, e lasciano comunque intravedere tra le righe le influenze di alcune band importanti e che ancora infestano la scena death metal, ma lo permettono solo attraverso la propria sensibilità. “Inhuman Disgrace” risulta godibile e si ascolta comunque in scioltezza.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10