(Clobber Records) I Devastator in questione sono inglesi. La band è nata da pochissimi anni e pubblica adesso il debut album “Baptised in Blasphemy”. Il titolo del full length potrebbe ben ricordare la ‘letteratura’ dei Venom e in effetti proprio dal celebre trio inglese i Devastator prelevano il proprio black metal, mischiandolo con thrash, heavy metal i Motörhead e qualche iniziativa crust. Ecco dunque che in questo modo “Baptised in Blasphemy” è bello e pronto! I britannici assestano un ottimo colpo con l’opener “Howling Night”. Il riff introduttivo è micidiale e lascia subito intendere all’ascoltatore con cosa avrà a che fare per il resto dei venticinque minuti. Le canzoni sono tutte sparate, veloci, divoranti. Le chitarre sono corde di metallo tese, il drumming è ottuso, battente, meccanico come un pistone che si spinge all’estremo. Voce roca, oscura, completa di fatto uno schema già usato, certamente già sentito per anni eppure affatto noioso. Certi modelli ritrovano la dimensione dei loro fasti e l’essenza della propria grandezza, in questo album vivace, sfrontato e a suo modo accattivante. Sette pezzi esasperati, veloci, a tratti pendono verso il black primevo dei Venom, come “Hail Death”. Il crust la band inglese lo usa per rendere tutto più sfacciato, diretto e ruvido, mentre l’heavy metal compare in pieno splendore in “Spiritual Warfare” e nella title track. In definitiva i Devastator sono un’onesta cavalcata di metallo degli anni ’80. Sono davvero metal e senza reinventarlo e manco concedendo pretestuose parodie.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10