(Autoprodotto/Masked Dead Records) I Deviate Damaen sono veri e puri. Amano andare contro corrente, godono nel rompere i coglioni a tutti, sputare in faccia al prossimo, mettere in mostra quell’attitudine punk, esibire gli attributi (e lo fanno senza ritegno pure in copertina!). Si fanno censurare da tutti: Bandcamp? Censurati. Spotify? Gli ha segato un disco. Credo siano stati fatti fuori da Wikipedia e da Discogs… ed in questo momento non so se Youtube abbia già in programma di oscurarli, ma ormai credo esista un giro di scommesse clandestino ed underground che mette sul tavolo molto soldi per cercare di indovinare quale sarà la prossima censura che la band romana sarà costretta a subire. Nel frattempo a loro non frega nulla, proprio un cazzo, anzi, sembra siano inarrestabili e totalmente imprevedibili, visto che questo nuovo lavoro spinge a fondo sull’elettronica, giocando con il metal, il rock, il black metal, le tendenze goth, un po’ di punk ed una bella botta di dance e dubstep, con pulsazioni telluriche massacranti. Ovviamente, come di consueto, non mancano brani ‘recitati’ come “Narcisiko Emoskambio”, o divagazioni fuori di cranio come “Taranta & Scagazza”. La dimensione teatrale e recitata assume un tono più poetico e cinematografico con capitoli quali “Battaglione Sacro – Difendere Amando, Amare Combattendo”, mentre ci sono brani che scatenano e fanno muovere le chiappe, “Proudly Boomer” e “Paint It White!” tra queste… anche se ciascuna in modo diametralmente opposto. L’elettronica esplode con “Mirror My Love – Dubstep Reload”, è quasi sensualmente erotica “Danza di Lava”, c’è un frullato di varianti di metal e punk estremi con “Soya Blackster”. Bello il ritorno agli anni ’80 con il beat irresistibile della favolosa “If You Don’t Like It (in Your Mouth)”. In chiusura la recitazione poetica di “No, Non Cancellerò! (Su “Il Lago Dei Cigni” di Pëtr Il’ič Čajkovskij)” e la ghost track “Un Dito Al Culo” irriverente nel titolo ma misteriosa nella sua essenza noise. Un disco strano, eterogeneo, fuori di testa, assurdo, così fuori dagli schemi da diventare oggetto di misterioso culto istantaneo: un manifesto contro ogni obbedienza, contro ogni restrizione, contro l’ormai fuori controllo cultura del boicottaggio. Con un imponente booklet di 32 pagine, “Soqquadro Tanz” è un inno per le menti ribelli che si rifiutano di stara nella massa, di essere un’altra fottuta insignificante pecora con un numero appiccicato all’orecchio in mezzo ad altre milioni di fottute insignificanti pecore con un numero appiccicato all’orecchio. A cazzo duro, contro tutto, contro tutti… nei fatti e non solo nelle parole. Predicare? Lo fanno tutti, giusto per farsi sentire e far colpo sui canali dei media. Ma i Deviate Damaen sono davvero un’altra cosa: semplicemente fanno un altro mestiere.
(Luca Zakk) Voto: 9/10