(Insideout Music) Dal momento in cui Mr Townsend ha deciso di proseguire in solitaria il proprio cammino artistico, diventando di fatto un solista piuttosto che una vera e propria band, il carismatico autore canadese non ha lesinato materiale. In particolare l’album “Empath”, recensito qui, che il sottoscritto aveva forse un po’ sovrastimato sulla fiducia, ma che con il passare degli ascolti si è strameritato quel voto. Da menzionare anche tre distinti progetti in cui il nostro si cimenta con tre improvvisazioni di chitarra di 80 minuti ciascuno, poi il versante live… In realtà il progetto di Townsend sarebbe dovuto consistere in tre diversi leg dal vivo: un primo più acustico, un secondo più estremo, un terzo più ‘canonico’. Ai tempi del covid, nemmeno il pestifero virus ha fermato l’autore. Ecco quindi che di tutte le produzioni casalinghe offerte dai vari gruppi metal durante la pandemia, il buon Devin ha da poco suonato un concerto speciale in streaming dal comparto visivo assolutamente d’impatto, grazie all’ausilio di schermi verdi, ma soprattutto andando a proporre materiale pesante, pesantissimo, addirittura prendendosi la briga di rimangiarsi quanto detto nei precedenti periodi e andando a rispolverare materiale degli SYL. Sicuramente pure quello uscirà nel mercato come produzione discografica, ma qui concentriamoci sul primo leg. Qui è recensito il lavoro in cd e la sua versione in DVD/BLD… Io sono un fan di Townsend da tempi non sospetti, ragione per cui sono più critico degli altri verso un artista che amo alla follia. E devo dire che ormai ho capito il buon Devin. Lui vizia i propri fan con produzioni di prim’ordine. Ormai ho capito pure il suo ‘giochino’ di far uscire prima l’album in versione normale e poi in lussuose versioni deluxe (così come è accaduto con “Empath”)… dico questo perché inizialmente ho catalogato il tutto come puro business, ma mi sono ridimensionato capendo che effettivamente qui stiamo parlando di un artista che alla musica ha dedicato tutto, rischiando il tracollo economico per produrre “Empath”. Eppure non si è fermato; e questo live ha quindi il sapore non di un tappabuchi per racimolare grana, ma per la voglia continua di un artista di dare, dare e ancora dare al proprio pubblico. Tutto questo panegirico per introdurre questo live… allora, come suona questo disco? Siamo di fronte ad un set minimale se confrontato con le produzioni precedenti del canadese, alle prese con una scaletta varia e nel contempo legata alla scelta di proporre i pezzi in chiave praticamente acustica, dove coriste e musicisti sono comunque al servizio del mattatore Devin. La classe eccelsa del musicista non si può nascondere, ti proietta in una delle sue molte sfaccettature, qui resa in chiave più intima, quasi da locale blues. Alcuni (ri)arrangiamenti donano un volto nuovo a certe canzoni, facendole mutare al servizio di un genietto del terzo millennio, ancora pieno di sorprese. Volutamente, anche il comparto video è minimale, fatto da inquadrature fisse e pochissimi filtri, in modo tale da far sentire l’ascoltatore come fosse seduto su di un tavolino di un lounge bar. Una uscita particolare, ma proprio per questo preziosa, un bel regalo ai fan, in attesa che la macchina live possa riprendere oltre il virtuale.
(Enrico Medoacus) Voto: 8/10