(Code 666) Pensavo che questi svedesi fossero morti. Non si sentivano nominare dal 2005, quando uscirono con uno split. Poi più nulla. Francamente ho sempre pensato che questo combo dedito all’industrial black fosse sempre stato sopravvalutato, specie se confrontato con colossi del calibro dei Samael. Per quanto riguarda l’aspetto puramente musicale, non sembra essere passato un giorno dalla loro ultima fatica discografica. Parliamo di un industrial nel vero senso della parola, con distorsioni plastiche di voce e strumenti, batteria virtuale e molto lavoro di computer ed editing. Il risultato non è male, ma manca quella atmosfera alienante e ostile che solo chi fa un uso ragionato del pc può ottenere. Qui ancora non ci siamo, purtroppo. Deperibili.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6/10