(MooDDoom Records) Sempre doom di pregevole fattura con il terzo capitolo (quinto se consideriamo gli EP) degli italiani Di’Aul. Sempre pesanti. Sempre decadenti. Sempre letali in quel dipinto tetro che nega ogni barlume di speranza e di ottimismo. Graffia “Thou Crawl”, destabilizza “This Quiet”, sorprende la lunghissima title track, pezzo ricco di riff melodici e seducenti, linee di basso intense, una specie di dark ballad introspettiva con aperture sempre laceranti e catchy, rigorosamente diffuse dentro quell’anticamera della devastazione più assoluta. Odore di tombe e terreno proveniente dal campo santo con la polverosa “De Profundis”, pungente… tagliente “The Losers’ River”. Rocambolesca “La Notte di Valpurga”, prima del drammatico e penetrante epilogo rappresentato da “Time of No Return”. Sette immensi brani, tra il doom pesantissimo e lo sludge più inospitale. Sette capitoli, sette storie costruite attorno all’universo, attorno all’infinita insignificante presenza dell’uomo, il re dei falliti, il vero clown in un mondo di pagliacci, un essere che supporta la sua non più tanto lenta autodistruzione abbracciando quello che è sbagliato, quello che è già perdente, quello che condanna per l’eternità. Volete doom? Non serve cercare in giro… eccovelo servito su un piatto d’argento luccicante da un tenebroso cameriere con abito color cremisi.
(Luca Zakk) Voto: 9/10