(MooDDoom Records) Si aggiunge un altro EP alla collezione degli italiani Di’Aul, i quali pubblicarono l’ultimo full length, pesantissimo “Abracamacabra”, già due anni fa (recensione qui). Un EP molto ben piazzato, il quale non solo porta avanti quel sound granitico e maledettamente doom dell’ultimo disco, ma inoltre accompagna in una marcia funebre verso “EvAAvE”, ovvero il quarto disco previsto per la fine dell’anno! I due brani sono più oscuri e meno scatenati del materiale passato, quasi un doom che rallenta ulteriormente per spingere gli artigli più a fondo, lacerando carni, strappando tessuti. I due brani, come quelli che si aggiungeranno nel disco, ruotano attorno alla dimensione femminile, inteso come mondo e non strettamente genere; come spiega la band si va dal maltrattamento al riscatto, dal rapporto con la famiglia alla società in generale. Perché nella natura più profonda della uomo, il femminile è la parte più importante che c’è, è l’entità che nasconde dentro di sé quella forza misteriosa che Garcia Lorca chiamava ‘Duende’. La maggior parte dei testi sono poi in gran parte ispirati alla poesia di Sylvia Plath, Amelia Rosselli e Virginia Woolf. Due soli brani. Meno di dieci minuti. Oscurità descritta con devota ed infinita passione; mi dispiace ripetermi, ma, davvero, se volete del vero e malsano doom, non dovete cercare da nessun’altra parte!

(Luca Zakk) Voto: 8/10