(Go Down Records) Mi ricordo bene quando debuttarono questi quasi punk italiano con quel “Don’t Be Scared Here Are The Diplomatis” (recensione qui). Mi ricordo pure che li intervistai pure (qui)… ma la cosa che ricordo meglio è sono una band capace di tutto tranne che essere diplomatica! Terzo lavoro, terzo album, ovviamente breve, meno di mezzora, ma farcito di brani che scalpitano, che vogliono essere suonati a volumi spaventosi! Ovviamente i pezzi sono generalmente brevi (beh, wow, a dire il vero uno passa i 5 minuti!), ma sono tutti carichi, schietti, sfacciati! Energetica e arricchita da un favoloso sax la opener “Jungle”, scazzata e prepotente “Irish Whiskey”, micidiali gli arrangiamenti ribelli di “Nevah“, contorta e misteriosa “You Are Nothing”. Punk, gang e sparatorie con “Back To You”, la armonica a bocca divaga per un suo viaggio glorioso nella favolosa “Go High”. Fuori di testa l’irresistibile “7 Notes”, con quell’incedere un po’ Lou Reed, un po’ Blues Brothers… prima della ‘lunga’ e conclusiva “Dancing All Alone”, un pezzo blues-punk-rock al quale i Diplomatics non fanno mancare nulla, armonica a bocca e cori femminili compresi! Punk-wave, vibrazioni settantiane, melodie sparate a palla, sempre pungenti, sempre iperattive e fuori controllo, mentre quei testi vengono parlati, urlati, cantati… testi sempre curati, testi che trattano di ribellione, di voglia di evadere, di ipocrisia e società… ma anche di feste e notti senza sonno: esattamente quello che deve esprimere il punk rock, un genere che i Diplomatics portano avanti con rocambolesca fierezza!
(Luca Zakk) Voto: 8/10