(Wild Things Records) Dopo numerosi ascolti, sia mirati che di sottofondo, non riesco ancora a classificare la musica del quarto album di questo trio svizzero… però la cosa non mi disturba affatto, anzi, in quanto questo sound è tanto rock quanto l’esatto opposto, in una libertà artistica stravagante, sempre in contrasto con se stessa, riservando innumerevoli sorprese e lasciando nell’ascoltatore un piacevole retrogusto di energetica euforia allegra. Forse il genere che più si avvicina a “Dreaming in Dystopia” è il rock psichedelico, perché sicuramente ci sono momenti ricchi di quelle atmosfere, tuttavia non manca una tendenza più allegra, più da spiaggia se vogliamo, una generale spensieratezza riflessiva contagiosa. Ma siamo nell’ambito del rock dopotutto, genere per definizione vasto, ma i Dirty Sound Magnet sembrano cercare contenuti non palesemente legati alla dissolutezza rock, al divertirsi e far festa, all’essere rumorosi e tuonanti; no, loro sono più intimi, più spirituali… tanto che la similitudine più azzeccata è forse quella con i Sam Gopal (lo so, che molti non sanno di chi io stia parlando… male!). C’è misticismo, c’è una dimensione parallela, c’è composizione ma anche jam, c’è una totale imprevedibilità. Brani come “Flowers, Angels and Chaos” abbracciano il blues, mentre una “Melodies from Distant Shores” appare volutamente sgangherata, quasi a strizzare l’occhiolino ai norvegesi Tusmørke. Title track e “The Tragedy of Men” hanno un che di folle, di mente appartenente ad una realtà molto lontana dalla nostra, mentre “Utopia” manifesta una malinconia schizoide semplicemente irresistibile. Un album che potrebbe sembrare superficiale dopo un ascolto distratto…. in verità “Dreaming in Dystopia” è fedele al suo titolo, è un album profondo, intenso e ricco di genialità compositiva!
(Luca Zakk) Voto: 8/10