(Dreamcell 11) I torinesi Dismal tornano dopo ben sette anni di silenzio con un nuovo album, il quarto, che ce li mostra raffinati, gotici e alternativi come non mai. Si fa fatica a trovare (ove mai servisse) un’etichetta per la musica di questa band, che rispetto al passato modernizza in modo significativo il proprio sound. Se il crescendo “The four Vibrations” ricorda i toni elegiaci di certi Anathema, la titletrack gioca con toni elettronici simili a quelli di “Mezzanine” dei Massime Attack, cui si aggiunge un’aura gotica sognante e decadente. Quasi burlesca “Il Ballo degli Obesi”, con un criptico e inquietante testo in italiano; “Microcosm & Macrocosm” si concede un violino charmante e notevoli aperture classico-cinematografiche, risultando alla fine, probabilmente, il pezzo più intrigante della tracklist nelle sue atmosfere cangianti. “Eden” è uno strumentale scappato dall’ultimo film musicato da Danny Elfman, mentre “Vimana” mescola quasi in pari proporzione elettronica, classica e un certo flavour orientaleggiante. L’unico pezzo che non mi convince troppo e “Mélisse (pt. 2)”, cantato in francese, che sento un minimo pretenzioso: la conclusiva “One Step in the Dark” ha di nuovo una classe cristallina, ancora una volta oscura quanto decadente (ho addirittura pensato alla versione di “Satellite of Love” cantata da Milla Jovovich). Nell’ambito alternative, fra le cose migliori che abbia da offrire al momento il nostro paese.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10