(A Tree in a Field Records) Vibrazioni. Solo favolose e seducenti vibrazioni. Musica senza fretta, senza ansia, senza odio, in pace con il mondo, con la vita, con il cosmo intero. Il quartetto di Zurigo spinge su ogni fronte questo concetto, curando personalmente anche l’intero processo produttivo del disco, compresa la registrazione in presa diretta, quasi nei pressi dei mistici confini con il puro e disinibito jam. Se il precedente “Burnt Sugar” (qui) era più nervoso, più elettrico… questo “Pause” è fedele al suo titolo ed offre una parentesi pacifica, con beat seducenti, linee vocali eteree e chitarre soffici, sognanti, quasi in grado di accarezzare dolcemente l’ascoltatore. Brani brevi, come l’atmosferica “Ocean Skin” e capitoli imponenti (oltre i dieci minuti), come l’irresistibile title track con i suoi hip hop beats pulsanti o la conclusiva ed iper progressiva “Portcullis Gate”. Più che un album, una colonna sonora concepita con passione ed ispirazione per un film non ancora girato, non ancora scritto, forse non ancor immaginato. Quasi cinquanta minuti sognanti, capaci di trasmettere emozioni ed assorbire qualsivoglia forma di stress, di nervosismo, e di quella negatività con la quale la vita dei nostri tempi ci affligge con perverso sadismo e spietata irruenza.
(Luca Zakk) Voto: 9/10