(Overdub Recordings) Dire Dittatvura è dire un po’ di cose ma proviamo a riassumerle, in questa società veloce che non ha mai tempo e manco per le sfumature o i compromessi. Gli abruzzesi Dittatvra sono una band crossover, proprio quella fusione tra punk e uno pseudo hardcore e altro e nel loro caso l’altro è una varietà di psichedelia
e quasi acid rock/metal che sconfina però nell’horror e in particolare per i testi. Cantano in italiano, lanciano messaggi apocalittici, sembrano impazziti, suonano attraverso una produzione da dio, banalmente l’intro di batteria del primo brano che corrisponde alla title track, è già sufficiente a capirlo per come quello strumento suoni pieno. Inoltre i Dittatvra sembrano, lo sono probabilmente, incazzati, vogliono raccontare la realtà ma attraverso i loro filtri e tutto il resto prosegue dunque a vele spiegate. Cosa resta al di là delle lodi di questi cinque pezzi? Al di là dei cliché testuali che a volte funzionano per la rima, fanno presa per la natura sovversiva, ma sono meno efficaci alla tenuta del tempo. “Aprile” su tutto. Resta però da scrivere che i brani più esplosivi e veloci, come “Demoni Urbani”, sono momenti nei quali la band entra in una modalità basilare, un po’ prevedibile. I Dittatvra sono un prodotto musicale che si divora, i loro testi fanno sorridere o esaltare, dipende dall’età. La loro musica ha momenti adrenalinici e fasi meno pungenti. Un EP, “Un Tranquillo Weekend Dittatvra” , che prepara la band a un futuro da costruire.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10