(ViciSolum Records) Dalla lontanissima Australia ci giunge il secondo full-“length” dei Divine Ascension: i nostri vantano una cantante, Jennifer Borg, con un bel timbro pieno e vibrante, che si adatterebbe bene anche all’hard rock. Ma i nostri frequentano decisamente su altri lidi… “Dawn brings no Mercy”, la opener, è subito potente e sinfonica: c’è sicuramente poca originalità, ma il piglio è quello giusto, e i fan di Edenbridge, Visions of Atlantis ed Epica, insomma del miglior power/prog metal con voce femminile, troveranno pane per i propri denti. Il break, tra l’altro, sfiora piacevolmente tonalità progressive. La titletrack è poggiata su delle tastiere incredibilmente anni ’80, le stesse che animano la grintosa “Crystal Tears”, forse il brano più energico del lotto. “Red Sky” è un pezzo dalle due anime: la prima sezione è nebulosa ed eterea, poi quando entrano le chitarre elettriche si torna ancora a suoni di territorio progressive. “Stronger” mi ha invece ricordato una band molto simile nel sound e nelle atmosfere, ma tutta italiana: gli emergenti Teodasia. Il disco si chiude con una ballad acustica di gusto raffinato, “Memoria’s Longing”. Non manca qualche pezzo un po’ noiosetto (“My Contender lies”), e talora i nostri esagerano con la durata dei brani, che avrebbero guadagnato molto se fossero stati più snelli, ma il giudizio resta positivo, soprattutto pensando ai sicuri miglioramenti che arriveranno con la maturità.
(René Urkus) Voto: 7/10