(Kvlt and Kaos Productions) Beh, che si può dire di un gruppo che dichiara il genere sin dal proprio nome? Il terzo album dei Doomcult è forse il più pesante composto sinora, con sette possenti tracce che si muovono in minutaggi piuttosto alti (a parte una traccia di cinque minuti, il resto dei componimenti supera i sette minuti abbondanti), come del resto impone il genere suonato. La voce è presa in prestito dal death di stampo svedese a-là Nihilist, mentre l’incedere della parte ritmica è quanto di più canonico ci si possa aspettare dal doom metal del trio, in cui le quasi romantiche melodie sembrano in costante crasi con l’atmosfera generale. Eppure il disco funziona più che bene, con questo ‘strano’ doom melodico e aggressivo allo stesso tempo, molto elegante nella forma e nel comparto tecnico, in cui gli autori mostrano che sanno perfettamente quello che vogliono suonare e come lo vogliono suonare.
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8/10