(Punishment 18 Records) Con “Spread Your Wings” i Drakkar confermano di amare le cavalcate fulminanti, veloci, magari anche un tantino irruente, come nella coppia di apertura dell’album rappresentata da “Thunderhead” e la title track. Uno stile non manchevole di potenza dunque però con un suo equilibrio. Il power metal dei Drakkar è fresco ma ha i suoi risvolti classici del genere, suonando in maniera decisa nei modi e grazie a una produzione smaltata. Le melodie eseguite con fraseggi delle chitarre, quanto certi riff portanti, sono il frutto più di un heavy metal d’assalto che di un canonico power metal. “Knife In The Dark” diventa accattivante con il suo ritornello e la seguente “Ode To Polaris” con il suo lacerante e glorioso tema tratteggiato da una sei corde che mischia Iron Maiden e Malmsteen, per un pezzo dannatamente epico e completamente strumentale. In fatto di epica e chitarre smaliziate nei loro fraseggi, c’è anche l’accattivante e impetuosa canzone “A Man In Black”. Con Johannes Frykholm a curare le tastiere dell’album, mentre Daniele Ferru è alla batteria, Michael Stavrakakis, cantante dei Doomocracy, riceve ospitalità al microfono in “Ancestral River”, un momento importante dell’album. I Drakkar dopo circa trent’anni sono ancora freschi e capaci di piazzare delle buone canzoni.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10