(Play Top Records) Dopo un solo anno di vita i Dreaming Light producono un EP davvero accattivante o comunque in grado di dare uno spaccato esaustivo su quanto la band possa fare. La release che porta il loro nome, vede un’introduzione basata su tastiere, la quale tinteggia un’atmosfera tra il malinconico e il ricordo. A questo punto è il momento di “Blood in Mirror”, power rock intenso, melodie epiche, pompose e un cantato, di Leandro, che sorregge le stesse senza avere però un timbro eccessivamente alto. Buono il contrasto tra la sua voce fluente e le tematiche musicali. Segue “December”, una sorta di ballad, sensuale evoluzione del sound dei Dreaming Light. Musica dolce, ma non melensa e che scivola attraverso una serie di cambi di passo. Un brano dalla presa immediata. “Inside” ruggisce di rock, ma facendolo attraverso variazioni emotive e spingendo al massimo il pathos, ripiombando poi in un torpore flemmatico. Anche in questo pezzo, che mi ha parzialmente ricordato i Marillon, sono ottimi i solo a supporto del brano, da parte di Armando. ”Embrace” parte come una possibile ballad, ma il clima è sofferto, le tastiere raggiungono picchi epici e dai toni orchestrali. La componente rock non viene meno e Peter alla batteria fa il suo giusto e prezioso lavoro. Non citato ancora il bassista Nic Lord Violent, quarto elemento di questa nuova band che è già a lavoro su quello che sarà il primo full length. Il rock dei Dreaming Light assorbe timidi echi degli Alter Bridge, del rock-alternative metal odierno e di memorie power rock/AOR del passato, ma la caratteristica più importante è la totalità della loro anima, messa in primo piano ovunque all’interno di questo debutto.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10