(Autoproduzione) La scena pagan è, in Italia, forte come non mai in questi giorni: dai Furor Gallico agli Atavicus, dagli Atlas Pain ai Firbholg, continuano ad arrivare in redazione prodotti di grande valore, e spesso composti da formazioni giovani o giovanissime, che guardano alle glorie dei tardi anni ’90 ma ci mettono anche il loro tocco personale. Prendiamo i Dyrnwyn e il loro secondo ep: la band capitolina si dedica, come è facile immaginare, alle glorie del passato romano (ma ne hanno anche per la disfatta di Teutonburgo…), innescando un pagan black davvero di ottima fattura, che colpisce sia nei momenti più neri e caotici, sia nei passaggi d’atmosfera. Dopo l’intro-titletrack, “Sangue fraterno” è legata naturalmente alla leggenda di Romolo e Remo: un pagan arcigno, animato dallo screaming talora gracchiante di Thanatos, con momenti di folk potente e altri di oscura epicità. Ballabile “Sigillum”, che ha un break acustico fieramente anticristiano; si è già accennato a “Teutoburgo”, lamento marziale di grande coinvolgimento, che ospita numerosi passaggi black e culmina nell’urlo ‘Marte, perché ci hai abbandonato’. Anche “Tubilustrium” è un canto di guerra ritmato dall’invocazione ‘Iupiter optimus maximus’; fa la sua parte anche lo stacco strumentale “Ultima Quiete”. “Ad Memoriam” soddisfa sotto tutti gli aspetti: aspettiamo questi ragazzi alla prova del full-“length”.
(René Urkus) Voto: 7,5/10