(autoproduzione) Ritornano, e fa piacere, nelle nostre pagine gli Egosystema, una band che Metalhead sta vedendo crescere da tempo. Abbiamo affrontato QUI e QUI, i loro passati lavori e con il bassista Davide Porcelli abbiamo anche discusso di musica QUI. La prima cosa da segnalare in questo nuovo album è che non ci sono novità! Nel senso che la band resta ancorata al suo heavy metal/power rock di carattere moderno e percorso da tratti prog e cinematic. Forse c’è un aumento del tasso tastieristico che conferisce al tutto anche un lato symphonic. In poco più di 38′ gli Egosystema dispongono un set di pezzi dai suoni attuali, con strutture mutevoli. Difficile trovare una composizione uguale all’altra in “Distance”. Come in passato c’è una netta distinzione tra l’operato delle chitarre, la sezione ritmica e il contorno di synth. Si avverte che questi tre piani non siano paralleli, ma spesso intersecanti e sovente divergenti tra loro. L’ascolto di “Distance” diventa una sensazione difficile da descrivere, in quanto non si percepisce un flusso omogeneo eppure il tutto non è affatto caotico. L’ascolto diventa un atto di attenzione e collaborativo alla musica! “Don’t Judge Me” ha un riffing dirompente, ma la cornice sembra del prog in versione pop-wave per un connubio interessante e forse anche atipico. La mancanza di uno schema fisso nei pezzi, alla fine lascia l’ascoltatore vivere un’atmosfera dai colori diversificati, con suoni improvvisi e inaspettati.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10