(Seventh Rule) Sono di una zona rurale del Texas i tre Eight Bells. Chris Van Huffel è un batterista dallo stile selvatico e comunque sufficientemente tecnico, ma libero di colpire in sequenze proprie e stilisticamente molto anni ’70, cosa ovvio visto il contesto da jam session che i pezzi prendono attraverso la chitarra di Melynda Jackson e il basso di Haley Westeiner. Scenari di rock psichedelico, a volte spaziale e spesso lisergico, con strutture sommariamente progressive per i continui cambi di scenari. “The Captain’s Daughter” è stato affidato alla post-produzione di Billy Anderson (Sleep, Neurosis, Agalloch) e prende il nome da uno strumento di tortura (comunemente conosciuto come il “gatto a nove code”), la canzone “Yellowed Wallpaper” deriva da una novella letteraria in cui la protagonista viene portata alla pazzia. “Tributaries” dovrebbe essere una composizione vecchia visto che è stata usata più volte per aprire i concerti della band, tra l’altro è forse il pezzo più space/psychedelic rock del lotto, mentre “Fate and Technology” presenta la fase iniziale e finale ancorate al metal e con la quasi assenza di parti vocali. “The Captain’s Daughter” è un trip, ma non sempre dai toni estatici visto che è capace di rivolgere all’ascoltatore anche iniziative ruvide.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10