(Massacre Records) Tra i più gotici e oscuri gli Eisregen che pubblicano il sedicesimo album incentrandolo sulla figura di Rudolf Pleil, un serial killer della Germania post seconda guerra mondiale che ha ucciso delle donne e un solo uomo tra il 1945 e il 1950 ma il numero delle vittime non è certo. Pleil si impiccò in cella. Yantit, batteria, chitarre e programmi vari, e M. Roth, voce, coadiuvati da M. Stock alla chitarra solista e Frau N. Feind, violino, dipingono un nuovo affresco di macabro, follia, tormento e esaltazione, attraverso atmosfere oscure, sofferte, sinfoniche, barocche e comunque melodiche, sempre ancorate a dettami nu metal, gothic, sfumature Neue Deutsche Härte, alternative metal. La Massacre pubblica l’album in doppio CD e doppio vinile, con diciassette pezzi e poco più di un’ora per raccontare le vicende del serial killer. La possanza del metal tedesco, ritmi forti e scanditi, chitarre fragorose e impennate che arrivano a momenti semi-industrial, controbilanciate da canzoni in cui l’elemento gothic ha forse più da dire, raccontare, rispetto alll controparte metal comunque invitante. “Grenzgänger” è un lavoro dinamico, in divenire. Melodicamente cangiante durante il suo corso, “Grenzgänger” tutto sommato non è concepito in maniera diversa dal solito operare della band che ha da sempre abbinato potenza, addirittura in questo caso anche con punte death metal e accelerazioni neo-grindcore, e atmosfere tetre ma se incanalate in percorsi melodicamente definiti. Anche “Grenzgänger” come altri lavori odierni mostra dei buoni pezzi e soprattutto delle sequenze micidiali, esaltanti che vengono superate, seguite da altre che potevano essere accorciate e rendere l’opera più compatta. Anche in questo caso, come già scritto in passato per altri lavori, probabilmente i musicisti avevano bisogno di tutto questo spazio e tempo per esprimere la propria arte appieno.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10