(Debemur Morti Productions) Che Vindsval sia presente in questo progetto si avverte immediatamente, sin dalle note iniziali di “Come to Me”, opener di questo album. La mente dei Blut Aus Nord insieme a Dehn Sora di Throane e Marion di Mütterlein celebrano i 20 anni dell’etichetta Debemur Morti Productions con quella che è una centrifuga di metal e straniamento. Da una radice black metal con momenti di somma oscurità nonché di pesantezza atavica dai toni insospettabilmente dark, i tre abbracciano poi il tipico registro post-punk, industrial e in aggiunta legioni di spettri sinistri e orridi che si avvertono anche in certi album proprio dei Blut Aus Nord. Nell’album il sound va alla deriva del tutto: alla deriva del black metal che da esso prende l’oscurità, la durezza, ma non la somma ritmica del quale è fatto. I pattern della batteria sono regolati, pensati, studiati e sono di W.D.F. L’album esplode, come una super nova e, purtroppo per chi ascolterà, il resto è un buco nero che si lancia sul mondo e divora ogni cosa. Tra ferocità simil grindcore o di un black metal tirato verso territori post, tra accelerazioni e momenti di derive mentali e sonore, gli Eitrin creano una fiumana angosciante. Un respiro e giù, via verso un abisso che non avrà mai fine se non di “Curare – The Silence of the Innoncent”, composizione che chiude questo mondo da evitare! I quattro musicisti si avventurano in sette pezzi che hanno un minutaggio tra i quattro e cinque minuti circa, con la sola e conclusiva composizione già citata che raggiunge gli oltre sei minuti e mezzo e rappresenta sostanzialmente un continuare di quanto la band ha suonato fino a quel momento: black metal, post punk, industrial e un grosso, gravoso, opprimente clima dark ambient dalle reminiscenze Blut Aus Nord. Tanti auguri Debemur Morti Productions e che l’oscurità sia per sempre il tuo unico credo.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10