(Autoproduzione) Nella tempesta metal delle uscite power, viking, progressive… insomma, dei ‘miei’ generi, mi fa piacere talora prendere una pausa con un disco folk: e “The Book of Longing” degli Ekstasis, formazione proveniente dallo stato di Washington, è un godibilissimo momento di rottura. I nostri autodefiniscono la propria musica ‘ecstatic folk’, e in buona parte hanno ragione: non siamo certo in presenza di una rilettura originale degli eterni stilemi della musica ‘popolare’, ma il dosaggio degli ingredienti è sicuramente quello giusto (a cominciare dalla scelta di un minutaggio lunghissimo per tutti i pezzi, assolutamente necessario a provocare il totale coinvolgimento dell’ascoltatore). Le meravigliose trame di “Clouds” si dipanano fra chitarre acustiche sicure, ma mai invasive, flauti, violini, e bei cori avvolgenti: il tutto sa di nord tranquillo e silenzioso, ma senza che una eventuale componente pagan sia presente. La lunga e pacata “Angels with flaming Swords” mi ha ricordato la maestà delle composizioni dei Neun Welten; “Peace and Solitude” riesce a costruire un crescendo emozionante anche con la semplicità della strumentazione acustica. I cori “Ouroboros” rapiscono l’ascoltatore in una trance ritmica, ma il punto più alto del disco è forse “Heiligkeit”, termine tedesco che significa ‘Sacro’ o ‘Sacralità’: e davvero qui gli Ekstasis trasmettono un senso di religiosità e solennità che difficilmente ha eguali nel panorama ‘non-classico’. Non siamo assolutamente in ambito metal, ma per chi ha amato dischi come “Urminnes Havd” dei Manegarm o “The Book of Creation” degli Eluveitie, le sensazioni che suscita la musica degli Ekstasis sono in buona parte le stesse. Forse ancora più raffinate e coinvolgenti. Disponibile in lussuoso digipak o in doppio vinile.
(René Urkus) Voto: 8/10