(Nuclear Blast Records) Quando nel 2011 Richie Faulkner fu reclutato in sostituzione di K.K. Downing in seno ai Judas Priest, sembrava che il suo contributo fosse quello di portare a termine il farewell tour della band britannica. Sono passati dodici anni, due album ed ora Faulkner si trova ad essere il chitarrista principale dei Priest, ma, complice l’età dei membri originari rimasti, ha pensato bene di guardarsi intorno e formare una nuova band. La pandemia ha fatto il resto, spingendo l’axe man inglese a contattare inizialmente il compagno nei Judas Scott Travis alla batteria e Rex Brown al basso, rimpiazzati poi dal drummer degli Accept Christopher Williams e dal bassista degli Uriah Heep Dave Rimmer. Alla voce compare invece Ronnie Romero, in forza tra gli altri ai Rainbow ed alla corte di Michael Schenker. Il disco si apre con “Dead Man Walking”, brano roccioso e veloce, dove spicca la timbrica alla Ronnie James Dio di Romero e la chitarra si produce in grandi assoli messi al servizio della canzone. “Do Or Die” è puro godimento, con ritmiche vicine allo speed metal, grandi assoli, una sezione ritmica impressionante e una prova maiuscola del singer di origine cilena. “Ghost Of You” è un blues acustico ed ipnotico dall’atmosfera fumosa e minacciosa. “Bitter Pill” è invece più psichedelica, intrisa di sonorità southern e stoner. La title track frulla insieme Judas Priest, Black Sabbath e Soundgarden, ottenendo un sound caldo, avvolgente e cromato d’acciaio. Altro pezzo da novanta è “White Hoirse”, un brano intriso di sonorità stoner ma rielaborate nello stile dei Judas Priest, con chitarre incalzanti e la comparsa a sorpresa di un organo Hammond. Un album variegato, passionale e che cresce con gli ascolti, dando l’impressione che i brani siano stati concepiti per essere suonati dal vivo. Quando questo avverrà, voglio essere sotto il palco!
(Matteo Piotto) Voto: 9/10