(Dissonance Productions) L’esordio degli inglesi Eliminator è esattamente quello che ti aspetteresti da copertina, foto e presentazione generale: metallo britannico vintage sulla scia dei giganti di Albione. “2019” parte fra cori, armonizzazioni delle chitarre e progressioni NWOBHM, e su questa scia “Echoes” è praticamente un tributo ai Maiden degli ultimi anni ’80, fra rallentamenti, ripartenze e assoli fulminanti. Funzionano le armonie vocali di “Edge of a Dream”, più cupa (ma sempre senza trascurare il dinamismo) “Fall of the Seer”. La conclusiva “Spoils of an Empire” (i pezzi sono in tutto otto) cede naturalmente al fascino della suite epica, e si dispiega lungo 7’30’’ che non rinunciano sempre alla velocità. C’è anche un tocco di magniloquenza sonora che fa pensare agli Uriah Heep o ai Wishbone Ash di inizio carriera: un ascolto stimolante.
(René Urkus) Voto: 7/10