(AFM/Audioglobe) Senza alcun dubbio, la direzione ultimamente intrapresa dagli Elvenking con “Era” (recensito QUI) è quella giusta: nessuna sorpresa, dunque, che la band confermi la formula in questo nuovo “Pagan Manifesto”, probabilmente la migliore uscita dopo il bellissimo “Winter Wake”. La voglia di sperimentare è pienamente legittima, e del resto ha portato a due dischi ‘stravaganti’ come “The Scythe” e “Red silent Tides”: ma da fan di lunghissima data, quello che desidero dagli Elvenking è un power/folk metal intrigante, innovativo e diversificato. E questo “Manifesto” mi offre a piene mani quello che chiedo (sicuramente assieme a tantissimi altri appassionati)! Dopo la breve intro, “King of the Elves” (cui partecipa Amanda Sommerville) si sviluppa lungo 13 minuti: un caleidoscopio in cui è davvero presente tutta la storia della band, dai più immediati inizi folk passando per la fase (quasi)death, fino a giungere alle partiture imbevute anche di prog degli ultimi due dischi… insomma, un viaggio completo nella più che decennale carriera dei friulani. A totale contrasto la veloce, allegra e breve (4 minuti) “Elvenlegions”, di cui è disponibile anche il video, e che è dedicata ai seguaci della band; il power sbarazzino e folkeggiante “Moonbeam Stone Circle” comprende anche un break teatrale, a dimostrazione di quanto il songwriting degli Elvenking sia ancora dinamico e cangiante. L’immancabile ballad medievale è la gradevolissima “Toward the Shores”, mentre “Grandier’s Funeral Pyre” rallenta un minimo il ritmo, puntando soprattutto su un eccellente ritornello. Altro pezzo da novanta è “Twilight of Magic”, con il suo ritmo fresco e vincente e il sing-along finale, prima della conclusiva “Witches Gather”, con ampie parti in growl e qualche accenno estremo. Giunti all’ottavo album, gli Elvenking possono essere a buon diritto considerati una istituzione del metal non solo italiano, ma anche europeo: come sempre i miei complimenti.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10