(Ænima Recordings) Un viaggio nel prog metal, attraverso composizioni esclusivamente strumentali e tutte idealmente connesse tra di loro, per l’atmosfera, la tecnica, il taglio sommamente progressive che cinge “Unsafe Places”. Lo ha realizzato il chitarrista e compositore Emanuele Bodo, con altri tre colleghi. L’album non è prettamente chitarristico, in quanto batteria, basso e le tastiere si prendono i giusti spazi e all’occorrenza le proprie fioriture. Parlando però di atmosfera, l’album sembra avere un vago taglio cinematic e comunque in parte connesso a ispirazioni di tipo fantascientifico. Lo lasciano pensare diverse sortite melodiche, oltre e soprattutto a certi ricami dei synth che creano quegli scenari epicamente lontani nel tempo e nello spazio. Non da meno e in maniera palese anche le illustrazioni interne dell’album, che presentano per ogni pezzo un’immagine legata al filone summenzionato. Questo viaggio di cui sopra dura quasi cinquanta minuti, e avviene attraverso un universo si personale ma nel quale ogni ascoltatore trova la propria giusta collocazione. Toni di mistero, di ricerca di un qualcosa, toni melodici imponenti e solenni, “Unsafe Places” rappresenta un’ideale colonna sonora per l’anima e la mente. Emanuele Blodo amplifica la propria vena metal, senza smaltarla, ridurla o elaborarla fuori contesto. La sua chitarra e possente ma scorrevole e comunque degnamente metal. Affiancata da un drumming articolato, di Mattia Garimanno, dietro alla quale il basso di Carlo Ferri funziona come un treno, si assiste a un’esposizione di energia e abilità in continua progressione. Davide Cristofoli con i tasti bianchi e neri è la controparte o l’antagonista di Bodo, colui che tinteggia sfondi o entra disseminando aspetti alternativi ai tre suoi colleghi. Bisogna prendersi del tempo per l’ascolto, “Unsafe Places” non richiede superficialità, disattenzione, vuole attenzione e una volta ricevuta avrà molto da raccontare.
(Alberto Vitale) Voto: 8.5/10