(My Kingdom Music) La già ricchissima scena prog romana si allarga con un’altra band meritevole: parlo degli Embrace of Disharmony, qui all’esordio su full-“length”, ai quali in realtà la definizione di ‘formazione progressive’ sta decisamente stretta. Per quanto sia subito evidente che i nostri guardano molto ai Symphony X, soprattutto nel suono e nell’uso delle chitarre, il loro sound si arricchisce infatti anche di altri elementi, che vanno dall’avantgarde al black metal, con più di un ricordo degli Opeth. I nostri sparano in apertura la suite “Shards of Apocalypse”, che supera i dieci minuti ed è estremamente indicativa della loro musica: mentre le voci di Gloria Zanotti e Matteo Salvarezza duettano in un contrasto totale ma accattivante, la matrice prog si arricchisce anche di elementi da soundtrack (soprattutto nei primi due minuti), e i cambi d’umore delle trame musicali non si contano. “The eternal Champion” è dedicata a Elric di Melniboné, personaggio letterario di solito legato all’immaginario power ed epic… e infatti il connubio fra testo/atmosfera e musica non è forse riuscitissimo, dato che gli EOD scelgono un’alternanza di gothic e black per descrivere il principe albino. “The Edge of Nowhere” inserisce nel mix sonoro anche melodie orientaleggianti, mentre in “Dirge on a Soul staring at the Stars” i passaggi finali arrivano a ricordare i Dimmu Borgir. “Void” procede per larghi tratti su dolci melodie pianistiche, mentre la conclusiva “A Descent into the Maleström” mette in musica con toni a tratti cinematografici e a tratti crudissimi il celebre racconto di Edgar Allan Poe. “Humananke” è un disco per ascoltatori esigenti, che amano la rottura, la sorpresa e gli sviluppi poco prevedibili: non è un album da tutti, ma c’è chi potrebbe amarlo alla follia.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10