(Rockshots Records) Quinto album per i cremonesi Embryo, una delle realtà più belle e solide del panorama estremo italiano degli ultimi anni. Attiva sin dal 2000, la band lombarda ha dimostrato una sensibile crescita a livello tecnico e compositivo, tanto da riuscire a coinvolgere il leggendario George Kollias, il quale si è occupato di tutte le parti di batteria di quest’ultimo album. La presenza di un simile artista ha permesso agli Embryo di alzare l’asticella, sfornando una serie di brani feroci, diretti ed articolati allo stesso tempo, con ritmiche chirurgiche ed un marchio di fabbrica comunque riconoscibile. “Pride” è un rullo compressore, senza fronzoli, ottima legnata di apertura. “Highest Fame” è decisamente più complessa, con inserti di tastiera e parti melodiche inserite tra riff incalzanti ed energici. “MMDC” ha un incedere che mi ricorda molto “Kings Of Carnival Creation” dei Dimmu Borgir, mentre “Medusa” è pesante come un bulldozer. Di tutt’altra pasta la conclusiva “Concrete Visionary”, autentica fucilata che farà grondare sangue in sede live. Gli Embryo sono riusciti a raccogliere in un album tutte le caratteristiche peculiari del loro sound ed elevarle ad un livello qualitativamente superiore, rendendo il tutto più feroce, più melodico, più accattivante, senza per questo snaturare minimamente il loro trademark.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10