(autoproduzione) Pubblicato verso la fine del 2022 “Seeds Of Darkness” è il grande esordio per la formazione francese Enderr che vuole riversare sul mondo il pesante miscuglio del quale si fa portatrice e colmo di deathcore, djent, nu metal, groove metal e metalcore. Gli Enderr producono riff intermittenti e rocciosi, raffiche ritmiche possenti e scandite, articolate e un cantato che si contorce di continuo. Non un album facile da ascoltare perché è molto spietato, insistente nelle sue dinamiche che pur presentando continui cambi e strappi, sono l’insieme di insistenze e ossessionanti riff e ritmi che arrivano diretti addosso all’ascoltatore. Nonostante ciò dopo pochi ascolti si familiarizza con le melodie che spuntano in vari momenti dei pezzi e quasi tutte queste hanno una certa familiarità con il melodic metal. In questi pezzi emerge un’unità di stile definita e nonostante “Seeds Of Darkness” sia il primo album, i francesi Enderr mostrano padronanza nel loro suonare. Tolta la buona opener “Bound By Fire” che tocca meno di 3’ e mezzo di durata, il resto registra minutaggi di oltre i 4’, mentre “My Tribulation” non vi arriva per soli pochi secondi. Dunque, riflettendo sui minutaggi dei singoli pezzi, si pensa che esiste anche una serialità nell’impostazione stessa dei pezzi e in effetti andando oltre le melodie, sempre diverse tra loro, i pezzi degli Enderr sono scariche di mitragliate calibrate e decise. La band denota anche una buona tecnica e soprattutto nel riffing delle due chitarre. Alla lunga gli Enderr sono, in maniera approssimativa, una versione molto più seriosa e complessa dei Whitechapel e denotano anche una potenza non dissimile dai Thy Art Is Murder. Gli Enderr sanno sintetizzare ben i loro discorsi primari, ovvero energia quanto potenza, melodia espressa in maniera tormentata, ritmo e poi la tecnica. Lo fanno da subito, dal primo album!
(Alberto Vitale) Voto: 8/10