(Dark Essence Records) Accorciano i tempi i norvegesi Endezzma. In circa tre lustri di attività, i full length sono stati pubblicati con il contagocce (uno nel 2012, uno nel 2017), accompagnati da altri due EP. Finalmente i tempi si accorciano, anche se solo leggermente, forse per lo stimolo ricevuto dalla recente firma con la mitica connazionale Dark Essence Records (firma valida per due album), e questo finalmente fa prendere vita al terzo atteso album. Il loro noto black metal molto inquinato con un blackned death, qui diventa in un certo senso più raffinato, più micidiale… e si avvicina con prepotenza ad un black più sprezzante, più efferato, più puro. “The Name of the Night is a Strong Tower” è subito epica, seppur scandita da un riffing brutale e linee vocali vicine alla disperazione assoluta. Quei rimasugli di blackned death emergono su “Anomalious Abomination”, mentre la title track vanta spunti epici ed una oscura demoniaca teatralità. Il riff di base che scolpisce “Formless and Void” è irresistibile quanto la mancanza di pace che emerge da “Garden ov Heathen”, un pezzo che lascia spazio ad una chitarra solista molto provocante e ad un break down coinvolgente. Divagazioni tetre ed inaspettate con “Wild Gloriour Death”, mentre tecnica e creatività emergono con l’ottima “Open Your Eyes and Stab the Sight”. Un capolavoro “Arrows of Equilibrium”, un brano molto catchy ricco di malvagità, melodia diabolica, tempi dispari, chitarra incisiva e mid tempo suggestivi, prima del congedo affidato all’atmosfera dell’outro “Closure”. Con un incedere pregno di una magna irruenza, supportata da una raffinata atmosfera cruda, selvaggia, è un assalto di pura violenza arrichita di intelligenza questo terzo lavoro della band fondata da Morten Shax, partendo dalle ceneri dei Dim Nagel e forte di un pedigree di tutto rispetto, visto che negli Edezzma militano i chitarristi Nihil e Malphas (Carpathian Forest), senza dimenticare che in passato ci suonava anche lo scomparso Trondr Nefas (Urgehal, Angst Skvadron, ecc.). “The Archer, Fjord and the Thunder” è un album tecnico, ricco di riff tanto oscuri quanto devastanti. Un equilibrio sublime tra rabbia fuori controllo e cinismo tecnico, curato e maledettamente efficace.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10