(Underground Symphony) L’artista campano Enzo Donnarumma si è lanciato in un progetto davvero ambizioso, che la sempre attenta Underground Symphony ha voluto sostenere con convinzione: una rock/metal opera di ispirazione cristiana che, grazie al contributo di numerosi ospiti (su tutti Ralph Scheepers dei Primal Fear, Mark Zonder e Nicholas Leptos dei Warlord, Kobi Farhi degli Orphaned Land e Marty Friedman ex-Megadeth), mette in musica preghiere e salmi tratti dalla Bibbia. Indipendentemente dalle vostre convinzioni religiose, il risultato è di buono se non ottimo livello, anche se – mi rivolgo ora ai metallari duri e puri – spesso siamo più dalle parti del rock, se non addirittura della new age, che verso tonalità alla Avantasia. La titletrack è una breve intro dai toni mediorientali, quindi “Psalm 63” si sviluppa su registri cinematografici e solenni, che dal punto di vista metal richiamano il progressive degli Orphaned Land, e nei punti più ‘tosti’ addirittura i Symphony X. La dimensione da soundtrack è esaltata dal ‘lento’ sinfonico “The Lord’s Prayer”, con il suo finale in crescendo, e anche la melodica “Anima Christi” convince per la sua freschezza esecutiva. Ottime linee vocali in “Benedictus”, mentre è un pezzo assai teatrale “The Apostle’s Creed”; pure evoluzioni sinfoniche, fra la musica classica pura e la Trans-Siberian Orchestra, per l’accorata “Hail holy Queen”. Ancora un clima operistico, e a suo modo ‘natalizio’, per la cinematografica “Hail Mary”, mentre la conclusiva “Maybe you”, unico brano di argomento ‘non biblico’, strappa l’applauso con un chorus semplice ma, di fatto, irresistibile. Complimenti ad Enzo per il coraggio e per lo sforzo compositivo (e presumo anche economico), anche se avrei scelto un altro monicker per proporsi al pubblico!
(René Urkus) Voto: 7,5/10