(Satanath Records) Per gli amanti del genere, già chiamare un album “Leprocomio” è assoluto sintomo di chiarezza e qualità. I sudamericani son dei macellai con gli strumenti e non sembrano certo volersi smentire con questa release putrida e malsana, degna dei peggiori macelli dell’Equador. Ma a noi disgraziati metallari piace anche il truce, quindi bando alle ciance. Innanzitutto la voce è proprio di stampo sudamericano, sporca e gutturale fino quasi a fare sorridere con il suo accento spagnoleggiante. Ma sicuramente efficace e d’effetto. Tutto il resto è a servizio del Death becero virante al Brutal, le chitarre sopra ogni cosa e le pelli a macinare mitragliate a rullanti sporchissimi di grezzume e ignoranza. Insomma, ancora una volta qui si va sul sicuro. Perché signori, anche questo è Metal. Niente melodie, arpeggi, sinfonie, solo la brutalità e l’aggressività incondizionate messe in musica. E che musica. Veri.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10