(Nuclear Blast) Li avevo lasciati con il buon “Armageddon”, li ritrovo, buoni tre anni dopo, con questo “Renegades”: gli Equilibrium hanno voluto rinnovare il sound, ma per chi scrive questo è avvenuto con risultati per nulla positivi, che paragonerei (addirittura!) al casino che fecero gli Hammerfall con “Infected”… i tedeschi hanno voluto dare una sterzata groove e commerciale alla propria musica: il tentativo è lecito, naturalmente, ma a quel punto è lecito anche che i recensori (e il pubblico in genere) dicano la loro… La quasi titletrack “Renegades – A lost Generation” non destava troppi sospetti: la canzone ha una produzione ultrapomposa, ma i tastieroni sono decisamente plastificati. Fin qui in realtà nessun problema, il disastro si materializza con “Tornado”: i suoni etno-folk caratteristici della band sono completamente trasfigurati in un pasticcio che vuole suonare moderno e fico a tutti i costi, ma finisce per essere solo artefatto. E che vogliamo dire della agghiacciante parte rappata di “Path of Destiny”? Anche l’eccesso di clean vocals in “Moonlight” mi sembra poco funzionale al sound; “Kawaakari – The Periphery of the Mind” è un electrometal con elementi metalcore che mi ha lasciato basito. “Hype Train” incorpora elementi di quel ‘dance metal’ sul quale la Nuclear Blast sta puntando molto, ma che al sottoscritto fa accapponare la pelle… Cosa resta, allora? La trionfale “Himmel und Feuer” (‘Cielo e Fuoco’) è sicuramente ben riuscita, e ci sono buoni spunti symphonic black in “Final Tear”, ma per il resto non saprei davvero cosa dire. Non sono certo contro i cambi stilistici (anche se fini a se stessi), ma sono veramente i risultati a latitare: “Renegades” scontenterà i vecchi fans (del resto già la copertina li insospettirà molto…) e non so quanti ne creerà di nuovi.
(René Urkus) Voto: 5/10