(Hammerheart Records) L’epica degli Ereb Altor è diventata meno doom del previsto e più viking, forse anche per una conseguente aderenza della band svedese alle proprie radici scandinave. La cultura, i miti e leggende, le tradizioni popolari, tutto è veicolato nei testi e nell’attitudine musicale che hanno portato Ereb Altor verso un’identità strutturatamene nordica. Si respira freddo, natura incontaminata e uomini che attraversano epoche in questo “Hälsingemörker”. Incidono sette pezzi ma nella versione deluxe dell’album e in quella doppio vinile in copie limitate si arriva a dieci, con minutaggi tra i poco meno dei sei minuti fino a oltre sette. Con essi Ereb Altor manifestano un’andatura fluente ma con l’intento di dilatare le atmosfere ed estendere i riff. Chissà se questa è una giusta scelta perché si ha un senso di ripetizione all’interno di qualche pezzo, come in “The Last Step” oppure in “Träldom”. Si hanno comunque situazioni plasmate con dovizia dei particolari, nelle quali si avverte un buon arrangiamento per il quale la band passa da un black metal altrettanto fiero e d’atmosfera al contempo, come in “Vi Är Mörkret”. “The Waves, The Sky and the Pyre” supera i sette minuti ed è una composizione che soffre anch’essa di quel senso di ripetizione dei riff di chitarre, però dal punto di vista dell’atmosfera da puro viking metal è una manifesto dell’album: l’azione nella quale la mitologia nordica si infonde in una trama musicale fiera, epica, scorrevole, dimensionata. Infine, sulle tre canzoni presenti nella deluxe edition, arrivano tutte insieme a circa diciassette minuti e mezzo di durata. Il loro valore melodico e strutturale non si discosta dalla resa delle altre dell’album, tranne per “Skogsrået” per un’ambientazione ed esecuzione esclusivamente folk viking.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10