(Taxi Driver Records) Le idee compositive dei genovesi Eremite sono estremamente interessanti. Fabio Cuomo e Giulia Piras si muovono in un punto di convergenza tra il black metal e lo sludge, sconfinando a tratti nel doom e nel rock spaziale e psichedelico. Non è assolutamente una sequenza di parti indipendenti tra loro, quella catena che forma le sei canzoni di “All Things Merge Into One”. Il tutto scorre, per dirla alla maniera di Eraclito. Ogni parte è ben congeniata con un’altra e quando i singoli generi riescono a sommarsi, l’effetto finale è ancora più stupefacente. Non è il caso di tentare di descrivere come il duo riesca ad assemblare ogni singolo elemento e ogni tipo di sfumatura, ma sappiate che non è assolutamente complesso o artefatto per gli Eremite passare da una possente e densa cadenza sludge, ad una più diretta, tenebrosa e oscura come è il caso del black metal. Un bilanciamento armonico nei fatti, ma soprattutto una mazzata inaudita nel realizzarsi in ogni brano, eppure non vengono meno situazioni più docili, amplificate dall’uso di synth, sempre cariche di tensioni, ma non sfrenate al massimo grado. Sono ponti, passaggi, cuciture che servono a meglio rinforzare quell’atmosfera generale che grava in tutto l’album. Un’atmosfera ispida, carica di tensione, melodicamente vivace, già per il solo fatto che almeno due generi se le condividono, o le creano, fate voi. Le melodie si alternano tra oscurità e angoscia, tra disperazione e malinconia, eppure c’è una tensione emotiva che serpeggia in ogni piega dei pezzi e non si scioglie. Nemmeno in “Tormento”, strumentale fatta con il piano, synth ed effetti sullo sfondo. Stilisticamente e musicalmente interessante ben ideato, “All Things Merge Into On” è il secondo album dei genovesi Eremite, il resto della loro arte potete ascoltarla QUI.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10