(Debemur Morti Productions) Ershetu è un manipolo di celebri alfieri guidati da Sacr, autore degli arrangiamenti e polistrumentista. Vindsval dei Blut Aus Nord è al basso ed alcune chitarre, Lars Are Nedland dei Borknagar è alla voce, Void è il Peter Sinfield della situazione, dunque ai testi e al concept. Intza Roca è il batterista e xylofono. Ershetu si fregiano di un atteggiamento tra lo sperimentale e il prog per il proprio black metal di tipo atmospheric/symphonic. C’è qualche perplessità sul mixaggio di Vindsval che in alcuni casi risulta confusionario. La maestosa quanto terribile marea che monta di continuo, per esempio, in “The Place Of Fright” tra synth, chitarre, batteria eccetera risulta confusionaria e squilibrata. Affascinante l’idea di inserire synth di taglio orchestrale e suoni che riproducono altri strumenti, come il flauto, ma l’accostamento nelle gamma di frequenze appare indistinguibile in certi casi. Gioca anche un’impronta di oscurità e grigiore attorno ai pezzi che rimarca ancora di più questo disequilibrio. Tuttavia proprio quelle atmosfere diventano artisticamente l’elemento distintivo e che fa immediatamente presa sull’ascoltatore. L’intenzione di Sacr è di colmare il proprio orizzonte di stile con elementi cinematic, symphonic, atmospheric e questi elementi una volta insieme producono un forte stato d’animo nella musica dandole un’impronta. Epica e oscurità in un connubio sonoro che rievoca cose degli In The Woods a momenti però l’orizzonte di stile è vasto. Anche la intro tribale ed evocativa quanto cerimoniale “Enter The Place Of Masks” e l’incipit della conclusiva “Tunkuluchú” ne sono un buon esempio. Come un pericolo che incombe, le atmosfere di “Xibalba” sono una cappa che grava su tutto, rendono il messaggio di una musica che è quasi una possibile colonna sonora.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10